Cultura e colore, notizie e curiosità da Borgo Ticino (NO). Questo blog non è una testata giornalistica, ma una finestra amatoriale che segue a CULTURALBORGO, ora chiuso. Si invitano coloro che di qui traggono notizie che a loro piacciono per poi pubblicarle su periodici del borgo a volere cortesemente indicare la fonte.
lunedì 13 giugno 2016
sabato 11 giugno 2016
venerdì 10 giugno 2016
Borgo Ticino e dintorni: torre Vignolo
All’interno della
riserva naturale del Bosco Solivo, qualche centinaio di metri più a
Nord dell’oratorio di San Zeno, su di un’altura, si trovano i
ruderi della Torre di Vignolo. Essa è stata, forse, costruita
intorno alla metà del XII quando i Novaresi decisero la fondazione
del nuovo Borgo Franco di Borgo Ticino al fine di presidiare
l'accesso alla regione del Verbano e l'uscita del Ticino dal lago
Maggiore, una zona di enorme significato commerciale e dunque anche
politico. È proprio questa, infatti, l’area che era visibile e
controllabile dalla torre. Secondo altre fonti la torre data al tardo
impero romano.
L’edificio
era a pianta quadrata, per analogia con altre torri del novarese si
presume che l’entrata fosse posta a un'altezza elevata, in modo
tale che l'accesso fosse possibile solo grazie all’utilizzo di una
scala a mano. Queste torri d’avvistamento erano solitamente divise
internamente da pavimenti di legno, in modo da formare tre o quattro
piani , collegati tra loro da scale sempre in legno.
(C)
Caterina Caligari, tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione deve
essere autorizzata.
mercoledì 8 giugno 2016
Borgo Ticino e dintorni: oratorio di san Zeno
La
chiesa di San Zeno sorge in un’area boschiva del comune di Borgo
Ticino in località Cascina San Pietro. La dedica a San Zeno è
citata nelle Consignationes del 1347, che furono redatte dal
vescovo di Novara Guglielmo Amidano in occasione della
riorganizzazione della diocesi. A metà del Trecento la chiesa era servita da
un rettore e da un chierico.
Nel 1617, durante una
visita a Borgo Ticino, il vescovo Taverna ordinò: “si restauri questo
oratorio a spese della Comunità, lo si tenga in piedi e lo si
abbellisca di calce là dove manca. Si strappi il bosco intorno e si
aprano le opportune finestre, usci e si metta il pavimento perché la
Comunità ha levato da questo luogo i quadroni scalpellati con i
quali era vestito al di fuori e li ha usati per fabbricare il nuovo
campanile della Parrocchiale.” La richiesta del vescovo rimase
inascoltata, infatti nel 1628 la chiesa era ormai parzialmente
distrutta, anche se nel 1689 era
ancora visibile l’immagine della Beata Vergine dipinta sul muro
alle spalle dell’altare e per questo l’oratorio era ancora
meta delle Rogazioni, processioni
penitenziali di propiziazione per l'agricoltura.
Attualmente l’edificio
si presenta allo stato di rudere. Sono parzialmente conservati gli
elevati dei muri dei due lati lunghi e di uno breve, che permettono di intravedere
quale dovesse essere il suo perimetro. Lungo uno dei due lati lunghi
una netta interruzione del muro fa ipotizzare la presenza di una
soglia. Attorno e all’interno dell’edificio sono visibili resti
di crolli.
(C) Caterina Caligari, tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione deve essere autorizzata.
sabato 4 giugno 2016
Borgo Ticino e dintorni: il santuario della Madonna delle Grazie
La
piccola chiesa, circondata da un ampio prato e con l’abside volta a
oriente come sempre negli edifici antichi, sorge a poco più di un
chilometro dal centro del paese, al margine di una ora modesta zona
boschiva, quella dell’antica Lupiate. L’edificio è ben visibile
dalla strada statale che transita poco lontano, specialmente salendo
da Arona verso Novara. Colpisce immediatamente il campanile, una
torre quadrata con chiari segni di impronta medievale e stile
romanico, che termina in alto con suggestive colonnine sormontate da
archetti. La chiesa, che conserva alla base resti di mura romaniche,
fu ricostruita nella sua forma attuale e fu elevata a dignità di
santuario nel 1631.
L’immagine
della Madonna col bambino, che gli studiosi hanno stimato possa
risalire al XV secolo, ricorda quella della Vergine venerata a Re, in
valle Vigezzo, e quella della Madonna del latte di Gignese. Ricorda
inoltre la raffigurazione della Madonna del latte dipinta su un
affresco votivo, risalente allo stesso periodo ed opera
presumibilmente di maestri ticinesi, che, perfettamente restaurato,
si può vedere nel centro di Borgo Ticino, in via Castellazzo 3. Ai
piedi della Madonna sono raffigurati i santi Giacomo - titolare del
culto originario dell’oratorio, testimoniato fin dal XII secolo - e
Carlo Borromeo, genius
loci di venerazione
più recente.
Il
santuario della Madonna delle Grazie è stato ed è ancora costante
punto di riferimento della devozione dei borgoticinesi, attorno alla
quale esistono curiosi aneddoti. Si racconta che alla chiesa si
recassero ragazze deluse in amore che imploravano alla Vergine la
soluzione dei propri problemi, facendole voti e promesse. Possiamo
oggi individuare in questa ingenua pratica la persistenza
inscalfibile anche se inconscia di antichi culti pagani. Il bosco,
l’acqua corrente, la divinità femminile, il fascino del mistero
sono elementi che questo luogo conserva, anche se non più così
intatti come immaginiamo fossero in epoca antica.
(C) Eleonora Bellini, tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione deve essere autorizzata.
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