martedì 8 dicembre 2020

La grande dimenticata (nel tratto di Borgo Ticino), la statale 32 Ticinese, torna per un giorno alla ribalta causa neve


Un giorno di neve, ma anche solo poche ore perché il traffico era in tilt già dal mattino, è bastato per rompere il silenzio che, durante gli altri 364 giorni dell'anno (365 negli anni bisestili, come il presente 2020) e durante gli anni precedenti per almeno un decennio,  seppellisce nel degrado, nel pericolo e nell'oblio il tratto di strada statale 32 Ticinese nel tratto del Comune di Borgo Ticino. L'occasione è stata offerta dall'abbondante nevicata di venerdì 4 dicembre e dalla concomitante chiusura di un tratto di autostrada dei laghi, che ha comportato una deviazione con conseguente aumento del traffico, tra neve al suolo e neve che scendeva copiosa e annunciata da almeno 8 giorni. Code di auto, furgoni camion e anche di giganteschi autoarticolati, mezzi usciti di strada, mezzi da rimettere in strada, automobiliste e automobilisti che andavano su e giù per capire qualcosa o chiedere aiuto. Questo dalla mattina fino a notte. Chi è incappato in questo disservizio colpevole e assurdo per un giorno merita solidarietà, certo (vedevo da casa la coda infinita e mi dispiacevo per coloro che stavano su quelle auto da un tempo presumibilmente lungo e sarebbero arrivati in ritardo alla loro destinazione). Ma chi dimentica ogni giorno questa strada e tutte le sue magagne, la mancanza di manutenzione e la mancanza più assoluta di ogni sicurezza e di ogni controllo, il disprezzo per ogni pedone, ciclista, motociclista e automobilista che deve transitarvi - e non son pochi perché il paese è diviso in due - dovrebbe ora soprattutto riflettere e prendere provvedimenti, almeno quelli semplici e immediati.
La strada ha la portata di traffico di un'autostrada, se ne lamentano perfino i corrieri, ma, a differenza delle autostrada, ha tante uscite che vi sboccano, sia di strade secondarie che di abitazioni. Esiste un limite di velocità, mal segnalato e mai controllato; esistono le strisce bianche che segnalano l'attraversamento pedonale solo dinanzi al cimitero, mal visibili e non efficacemente segnalate; non esistono strisce e segnalazioni degli attraversamenti pedonali, che pur avvengono spesso, da via San Giuseppe, Lazzaretto, del Pozzo, via Benedetto Croce. Più avanti verso Arona c'è un semaforo. Il pedone può fare un giro più lungo e usufruirne, ma, anche lì, il pedone non è previsto. In altri Comuni del circondario, invece, questo aspetto è stato curato insieme al controllo della velocità mediante l'apposizione di Speed check, oltre che, talvolta, anche mediante forse dell'ordine o vigili. Il limite di velocità su questa nostra statale è di 50 km all'ora, ma si fa presto a dimenticarlo: è mal segnalato, non si fanno controlli e soprattutto, all'italiana, chi rispetta le regole è un cretino/a. 
E veniamo alla visibilità. Ho esperienza di un punto molto critico, la curva a monte del mio passo carrabile, che interessa anche la visibilità per chi esce da via del Pozzo e da via Sottoborgo. La sterpaglia e le robinie poco stabili, cresciute spontaneamente e disordinatamente sulla scarpata limitano la visibilità potenziale del 90%. E tuttavia questa vegetazione non viene mai tagliata o ridotta dagli Enti gestori della strada, da anni. Eppure, con una scarpata libera i mezzi che procedono verso Arona vedrebbero chiaramente la carreggiata fino allo svincolo di via Castelletto, evitando strombazzamenti, frenate improvvise, improperi nei confronti di chi legittimamente esce, dopo avere osservato lo stop, da una strada secondaria. Qualche anno fa segnalai al Prefetto di Novara il pericolo dovuto a tale scarsa visibilità e mi fu risposto che essa doveva essere assolutamente garantita, come peraltro prevede l'art. 18 comma 4 del Codice della strada. Perché, allora, qui non la norma non si applica? Perché le Ferrovie provvedono annualmente alla pulizia delle scarpate e invece i manutentori delle strade non vi provvedono mai? 
La tutela di chi usa la strada, mezzo o persona che sia, è l'elemento principe che dovrebbe guidare i provvedimenti di manutenzione o adeguamento. Non mi risulta un cronoprogramma comunale su questo aspetto. Se esiste, chi è incaricato di metterlo in pratica, non lo fa correttamente o compiutamente. Un'ultima nota riguarda la fermata delle corriere a destra dell'uscita di via Sottoborgo. I viaggiatori che attendono sono costretti ad aspettare, spesso a lungo, in una specie di discarica, un mezzo la cui fermata non è adeguatamente segnalata. Porre in loco una pensilina decente è proprio impossibile? Sono cittadini di serie B quelli che usano i mezzi pubblici? 
E' in costruzione una variante della statale che possa alleggerire il traffico sull'attuale tratto di strada. E' in costruzione da vent'anni, i lavori procedono a singhiozzo, con un tempo di realizzazione, considerando la lunghezza del tratto interessato, due o tre volte più lungo di quanto siano stati i lavori di un tempo sulla Salerno-Reggio Calabria. Borgo Ticino cerca forse un primato nell'inefficienza? Spero proprio di no e mi piacerebbe sapere quando e quanto il Comune abbia sollecitato la veloce (e a regola d'arte) conclusione dei lavori sulla tanto attesa variante. Mi risulta solo l'interessamento allo stato dei lavori sulla variante da parte di un ex sindaco del Borgo, a titolo personale, credo.
Se, grazie alla neve, si riparla della statale 32, non si può farlo solo per un giorno. E' una  fondamentale questione di sicurezza per tutti i cittadini e per tutti coloro che transitano. Provate a immaginare che cosa succederebbe se uno dei grandi mezzi che trasportano gas o materiale infiammabile o tossico si rovesciasse, a causa di una frenata brusca, del cedimento di un ciglio stradale, per evitare un sorpasso sulla corsia opposta o semplicemente un automezzo che procede rispettando il limite di velocità. Basterebbe il proclama di un giorno? 

domenica 1 novembre 2020

Usanze d'autunno nel calendario comunale 2015

"Uno sguardo su Borgo Ticino" si intitolava il Calendario 2015, voluto e curato dalla commissione biblioteca del tempo. I testi, dopo il saluto e gli auguri del sindaco Francesco Gallo, sono opera della signora Carla Giordano Sanfilippo, che racconta ricordi d'infanzia, antiche tradizioni, persone, tra dialetto e italiano. 

Le fotografie, che ritraggono angoli del borgo, boschi, alberi, monumenti, stagioni, furono scattate da C. Caligari, D. Fanchini, D. Guazzoni, C. Milani, E. Terazzi.

In questo autunno che torna credo sia piacevole tornare anche noi a sfogliare qualche pagina.  



 

venerdì 18 settembre 2020

Vinicio Silva, sindaco e partigiano

La sua lotta di liberazione è raccontata anche nel recente libro curato da Gad Lerner e Laura Gnocchi, Noi partigiani (Feltrinelli).

Vinicio Silva, sindaco di Borgo Ticino per un decennio negli anni Settanta (e tutto ciò che nel paese c'è di razionale, dignitoso e gradevole da vedere e da vivere fu realizzato durante la sua amministrazione), ci ha lasciato il 10 agosto, a quasi 97 anni. Nato a Milano, Silva, fu partigiano con il nome di Jim e combattè per la libertà e il riscatto dal nazifascismo nella 31ª Brigata Garibaldi tra Emilia, Toscana e Liguria.

Silva è stato instancabile e appassionato testimone dei valori della Resistenza nelle scuole. 

"Penso sia utile insegnare ai giovani i valori della Resistenza come l’uguaglianza e la solidarietà, cose sparite. Sono stato partigiano e comunista. Ho fatto quello che ho potuto, con i principi in cui credevo e credo" ebbe occasione di ribadire più volte.

Lascia un grande vuoto in tutti coloro che hanno a cuore il bene della Repubblica, i principi della Costituzione, la memoria della Resistenza.


Sul nostro blog si parla di Vinicio Silva anche nel post  

http://cosedalborgo.blogspot.com/2015/12/vinicio-silva-uguaglianza-e-solidarieta.html 

martedì 7 gennaio 2020

Come uccidere un concorso letterario

Spesso, non solo a livello locale ma anche nazionale, ciò che funziona infastidisce e lo si cambia per ridurne l'efficacia e condurlo possibilmente ad estinzione. Gli si ''tagliano le gambe''. Pare questo sia ora il caso del premio ''Antonio Cerruti ­ Ariodante Marianni''. Infatti, dopo aver liquidato la ''storica'' giuria del Concorso letterario nato nel 2005 a Borgo Ticino conducendola a esasperazione e a dimissione, viene pubblicato il bando dell'edizione 2020. 
Nel quale nuovi elementi risaltano. Tra questi spiccano i 4, dicesi quattro, puntini di sospensione nella definizione del tema del concorso ''C'era una volta.... l'arte". L'esistenza e soprattutto la necessità di detti .... (quattro puntini) non si spiega. 
Viene poi istituita per il Premio Ariodante Marianni una sezione ''infanti'' da 3 a 5 anni. Visto che gli infanti sono notoriamente e giustissimamente analfabeti, non si comprende come possano partecipare a un concorso di poesia, sia pure di poesia visiva, che prevede la ''presenza simultanea di scrittura e immagini su di un foglio''.  Il resto dell'enunciazione di questo punto gira un po' attorno al concetto, contraddicendo la frase precedente e affermando che le immagini ''potranno'' essere accompagnate da un testo. Come scriveranno il testo le e gli infanti rimane un mistero. Viene l'insano sospetto che la categoria sia stata introdotta affinché mammine, paparini, ziette e zietti possano gratificare i loro pargoli, ma soprattutto se stessi, magari con una self premiazione. Si tratta di un cattivo pensiero, certo, ma i cattivi pensieri hanno talvolta buone ragioni per venir formulati. 
Questo non significa certo che i bambini piccoli non debbano godere delle filastrocche, delle poesie, delle storie come ben dimostrano studi psicologici e pediatrici. Saranno gli adulti a leggere per i piccoli, accanto a loro, in spirito di dolcezza e mai di competizione, mai per addestrare "sapientine e sapientini", sempre per amore. La competizione sicuramente risulta estranea a questo spirito allegro e affettuoso, che l'istituzione di una graduatoria potrebbe spegnere.
Vi sarebbero altri rilievi, ma è bene concludere. Tuttavia augurare successo alla manifestazione pare mossa avventata. Per questo il presente post chiude qui. Desolatamente.
 
Il Quaderno dell'edizione 2015

Chi desiderasse partecipare trova il bando integrale al link