Spesso,
non solo a livello locale ma anche nazionale, ciò
che funziona infastidisce e lo si cambia per ridurne l'efficacia e
condurlo possibilmente ad estinzione. Gli si ''tagliano le gambe''. Pare questo sia ora il caso del
premio ''Antonio Cerruti
Ariodante Marianni''. Infatti, dopo aver liquidato la ''storica''
giuria del Concorso letterario nato nel 2005 a Borgo Ticino
conducendola a esasperazione e a dimissione, viene pubblicato il
bando dell'edizione 2020.
Nel
quale nuovi elementi risaltano. Tra questi spiccano i 4, dicesi
quattro, puntini di sospensione nella definizione del tema del
concorso ''C'era una volta.... l'arte". L'esistenza e
soprattutto la necessità di detti .... (quattro puntini) non si
spiega.
Viene
poi istituita per il Premio Ariodante Marianni una sezione
''infanti'' da 3 a 5 anni. Visto che gli infanti sono notoriamente e
giustissimamente analfabeti, non si comprende come possano
partecipare a un concorso di poesia, sia pure di poesia visiva, che
prevede la ''presenza simultanea di scrittura e immagini su di un
foglio''. Il resto dell'enunciazione di questo punto gira un
po' attorno al concetto, contraddicendo la frase precedente e
affermando che le immagini ''potranno'' essere accompagnate da un
testo. Come scriveranno il testo le e gli infanti rimane un mistero.
Viene l'insano sospetto che la categoria sia stata introdotta
affinché mammine, paparini, ziette e zietti possano gratificare i
loro pargoli, ma soprattutto se stessi, magari con una self
premiazione. Si tratta di un cattivo pensiero, certo, ma i cattivi
pensieri hanno talvolta buone ragioni per venir formulati.
Questo non significa certo che i bambini piccoli non debbano godere delle filastrocche, delle poesie, delle storie come ben dimostrano studi psicologici e pediatrici. Saranno gli adulti a leggere per i piccoli, accanto a loro, in spirito di dolcezza e mai di competizione, mai per addestrare "sapientine e sapientini", sempre per amore. La competizione sicuramente risulta estranea a questo spirito allegro e affettuoso, che l'istituzione di una graduatoria potrebbe spegnere.
Questo non significa certo che i bambini piccoli non debbano godere delle filastrocche, delle poesie, delle storie come ben dimostrano studi psicologici e pediatrici. Saranno gli adulti a leggere per i piccoli, accanto a loro, in spirito di dolcezza e mai di competizione, mai per addestrare "sapientine e sapientini", sempre per amore. La competizione sicuramente risulta estranea a questo spirito allegro e affettuoso, che l'istituzione di una graduatoria potrebbe spegnere.
Vi
sarebbero altri rilievi, ma è bene concludere. Tuttavia augurare
successo alla manifestazione pare mossa avventata. Per questo il
presente post chiude qui. Desolatamente.
Chi desiderasse partecipare trova il bando integrale al link
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