Verso la stazione, quando si andava a piedi, si poteva passeggiare, sostando magari alle "castagne amare" (Cose dal Borgo: Alberi di Borgo Ticino: le "castagne amare"), a far quattro chiacchiere all'ombra, meglio se in compagnia di una ragazza. Avere il treno fu un grande vantaggio per il Borgo, ben collegato con mezzi pubblici al capoluogo e al lago: una fortuna da molti ancora non ben compresa. Ma può darsi che, col tempo, maturi anche qualche nespola.
Cose dal Borgo
Cultura e colore, notizie e curiosità da Borgo Ticino (NO). Questo blog non è una testata giornalistica, ma una finestra amatoriale che segue a CULTURALBORGO, ora chiuso. Si invitano coloro che di qui traggono notizie che a loro piacciono per poi pubblicarle su periodici del borgo a volere cortesemente indicare la fonte.
lunedì 23 maggio 2022
Borgo Ticino, Stazione di Borgo Ticino
venerdì 20 maggio 2022
Rosso di sera, di Mario Chinello
Rosso di sera segue a Ciò che non ho voluto (un articolo qui Cose dal Borgo: Il GIORNALE DI ARONA su "Ciò che non ho voluto" di Mario Chinello mentre si prepara la presentazione a Castelletto), uscito nel 2015 per EOS edizioni. Quest'ultimo ci aveva descritto la vita di Mario da quando, bambino, giunse con la famiglia dal Veneto a Divignano e poi qui nel Borgo, fino alla sua adolescenza e prima giovinezza. Questo secondo volume esordisce con la narrazione dell'età della consapevolezza e delle prime scelte, quell'età in cui accadono, se si è volitivi e fortunati, le cose "volute e decise" personalmente. Tra queste, insieme alla famiglia, emergono nella vita di Mario il lavoro e la politica, ma anche, non ultima, la passione per la bicicletta, che ancora accompagna le sue giornate. Il lavoro in fabbrica, monotono, talvolta ingiusto, non si rivelò troppo adatto al nostro perché "le regole di una grande azienda mortificavano la fantasia creativa e inducevano a tirare a campare con poche soddisfazioni per il proprio lavoro". Sceglie dunque di lavorare in un'azienda artigiana, palestra e prodromo di quell'officina metalmeccanica che fonderà poi in proprio.
La passione politica, già sperimentata in famiglia, si consolidò nel sedicenne Mario in occasione di un comizio tenuto a Novara nel 1958 da Girolamo Li Causi, che "riuscì a renderci partecipi di cosa avesse significato essere contadino, pastore, bracciante, pescatore, operaio delle saline e delle miniere di zolfo..." L'impegno politico si concretò negli anni a seguire, sia nella militanza nel PCI, sia in un'intensa attività amministrativa, durata lunghi anni, come assessore poi come sindaco. Naturalmente, attraverso la narrazione di questi anni si rievoca non solo la personale storia di Mario, ma quella di tutto il paese, contrasti e ripicche compresi, come quando, nel 1970, dovendo insediarsi in municipio la nuova amministrazione di cui egli faceva parte, il sindaco uscente si rifiutò di consegnare le chiavi della casa comunale e il nuovo sindaco, Vinicio Silva, dovette far intervenire il prefetto. Scorre poi il racconto di anni intensi di cambiamento nel paese, si incontrano collaboratori e oppositori, si rievocano persone che non ci sono più.
I lettori che si inoltreranno in queste pagine troveranno una storia, o meglio tante storie diverse, di vita e di impegno. Troveranno, forse, anche un po' della propria storia.
Partigiana Nini, addio! Ora e sempre Resistenza!
Il 5 maggio scorso, all’età di 95 anni, ci ha lasciato Costanza Arbeja, la partigiana Nini, che, appena diciassettenne, si unì ai combattenti per la Resistenza in Valsesia. La sua storia è narrata nel libro Costanza Arbeja, la partigiana Nini a cura di Piero Beldì dell’associazione culturale «La stella alpina» di Pombia.
Nini non viveva a Borgo Ticino, ma era vicina al nostro paese e generosa di sé: sempre presente alle commemorazioni della strage del 13 agosto a ricordare i martiri innocenti e a ribadire "La Resistenza? La rifarei!", tenne inoltre numerosissimi incontri con i ragazzi delle scuole medie, trasmettendo loro con entusiasmo ed esemplare chiarezza i valori dell'antifascismo, la necessità dell'impegno, la volontà di lavorare per il bene comune, come faceva lei che, già in età avanzata, partì a soccorrere i terremotati dell'Abruzzo. Nini mancherà agli scolari e a noi tutti. Il miglior modo per ricordarla sarà quello di non dimenticare mai i valori per cui ha combattuto ed è vissuta.
venerdì 1 ottobre 2021
Elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021
domenica 11 aprile 2021
Alberi di Borgo Ticino: "Ditemi se questo è un albero"
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 aprile 2020, il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 marzo del medesimo anno, indica i “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde“. Si tratta di un importante traguardo a livello nazionale che formalizza novità importanti nella gestione professionale del verde pubblico, fino ad ora abbandonato ai disastri in funzione delle scelte dei vari sindaci ed alle improvvisazioni di sedicenti esperti, con risultati negativi sia sul piano ambientale (gli alberi sono esseri viventi, ci regalano, ombra, ossigeno, canti di piccoli uccelli) che estetico (a viali o giardini ombrosi si sostituiscono tronchi spogli e visibilmente sofferenti). Tra le tante norme da rispettare e che si spera in futuro verranno rispettate una calza perfettamente alla situazione dei torturati tigli di via Zanotti e di via Stazione (quelli che rimangono): l'amministratore e il giudicatario dell'appalto di manutenzione del verde devono “evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione. Per la potatura delle siepi e degli arbusti si devono prevedere interventi di manutenzione mirati a tutelare la funzione delle specie presenti che può essere estetica, difensiva, protettiva del suolo e della fauna. Per questo tipo di interventi è necessario fornire “relazione tecnica o istruzioni operative, contenente/i i criteri di valutazione per la potatura del verde accompagnata dal piano di manutenzione nella cui documentazione emerge che gli interventi di potature sono svolti solo se strettamente necessario come indicato dal criterio”.
Ci auguriamo pertanto di non veder più verificarsi il feroce accanimento a danno dei tigli suddetti, accanimento che inizia già a settembre, ben prima che le loro foglie ingialliscano e cadano. Le foto seguenti (le prime due scattate a metà febbraio, le altre questa mattina) documentano l'assalto feroce contro quelle piante innocenti. Speriamo anche di poter vedere ricrescere le fronde sui poveri tronchi massacrati, fronde che costituirebbero ornamento e regalerebbero ombra alla sola passeggiata pedonale interna al centro paese e al solo itinerario per recarsi all'Ufficio Postale.
Post scriptum: questo post non riporta un parere di parte. Ricorda una norma di legge. Nessuno può dire che "secondo lui" la capitozzatura e gli interventi devastanti, che hanno per risultato la distruzione del verde, più che la sua manutenzione “fanno bene”. E men qualcuno che meno qualcuno può affermare che sono belli da vedere gli alberi ridotti così, sempre che gli rimanga una briciola di senso del bello.