Vi offriamo qui il Verbale della giuria della giuria del concorso letterario nazionale e le poesie premiate nella categoria ''adulti''.
1
Verbale
della giuria
La
giuria del Premio, composta da Eleonora Bellini, Silvina Candussi,
Milly Carli, Monica Gallarate, Moreno Innocenti, Andrea Maino, Carlo Milani, presidente Giulio Martinoli, si è riunita in due sedute
successive il 19 marzo e il 27 marzo 2019 presso la Biblioteca
Comunale, dopo che tutti i componenti avevano ricevuto le opere
concorrenti in formato digitale completamente anonimo. I giurati,
dopo avere esaminato attentamente tutti i lavori concorrenti e dopo
approfondita discussione, hanno deliberato come segue:
Premio
“Antonio Cerruti” per il racconto breve
La
giuria ha ritenuto di non dover assegnare il premio, non essendo
presente, tra i racconti brevi pervenuti, nessun testo che
soddisfacesse pienamente i requisiti contenutistici e formali
richiesti.
Premio
“Ariodante Marianni” per la poesia
Categoria
ADULTI
1°
premio a TIZIANA
MONARI di Prato (FI) per la
poesia LE SCARPE CHIUSE
2°
premio ad ANGELO
CANINO di Acri (CS) per la
poesia U MEARU E DA
SPERANZA
3°
premio ad ANNA MILANI
di Montpellier (Francia) per la
poesia ANDARE
La
giuria, inoltre, ha deciso di assegnare speciali Menzioni di
Merito a
-
BRUNO CENTOMO di Santorso (VI) per la poesia LA SALVEZZA
-
GIANNI MARTINETTI di Cavallirio (NO) per la poesia FATO
-
MARIAGRAZIA PELAIA di Moricone (Roma) per la poesia VIAGGI FETALI A MILANO NEBBIOSA
Categoria
RAGAZZI
1°
premio ex aequo a EMILY PALERMO per LE ONDE
e a CAROLINA
MARCIAZ per FIAMME
(IC
di Varallo Pombia, classe 2F)
2°
premio a ELISA DOLCE
per LA VITA E' UNA GIOSTRA, (IC Comprensivo Borgomanero,
classe 1F)
3°
premio a TESORO
NASCOSTO,
lavoro
collettivo
(classe 2C dell'IC Comprensivo di Varallo Pombia).
La
giuria, inoltre, ha assegnato tre Menzioni
di Merito a
PIETRO
SELLA
per IN
GIRO PER IL MONDO,
(IC Comprensivo Borgomanero, classe 1F)
LEONARDO GIOVAGNOLI per
VIAGGIARE MIGRARE, (IC
Comprensivo Borgomanero, classe 1F)
LEONARDO
FANCHINI per
IL
VIAGGIO DELLA VITA, (IC
Comprensivo Borgomanero,
classe 1F)
Vengono
infine assegnati tre
PREMÎ
SPECIALI agli
studenti delle scuole superiori, secondo la graduatoria che segue:
1°
premio a CECILIA TURCHETTO per L'INDUMENTO CHE RESTAVA
(ITI Borgomanero)
2°
premio a LORIS
MARUCA
per VIAGGIO
NELL'ALDILA',(ITI
Borgomanero)
Le poesie vincitrici
Tiziana Monari
Le scarpe chiuse
Io che
non assomiglio a nessuna madre
non porto
mai scarpe chiuse
e ho una
borsa senza sogni come la mia vita
stanotte
guardo un punto fisso
per non
sentire le fitte al ventre, lo stomaco che sale e si rovescia
in questo
mare che sbatte e porta indietro qualcosa
in queste
onde azzurre come l’azzurro di una città morente
e il mio
corpo aperto trema, illimitato muove ombre
guarda
stelle e lune arabe
quando
arriva lei che strappa la mia carne
geme
roca, i capelli riccioli di vento, la bocca morbida di datteri,
un
piccolo calamaro alla luce della notte, una vergine di sabbia calda
piange su
questa serpe scolorata e cupa
su queste
anime dalle gambe magre scivolose come topi, che ci fanno compagnia,
le teste
basse bianche di polvere,le mani creste rotte come il legno della
barca
urla in
questa notte nera
ed io
penso ad una zona di transito dove si arresta la vita
ad un
campeggio di finti turisti, a delle sedie pieghevoli, a dei limoni in
giardino
ad un
sogno da mettere in tasca e sotto il cuscino
ad un'
Europa che accolga ed ami la gente
penso ad
una vita gonfia d’amore
unita in
due lembi di tempo, rossa di semi.
il cuore
del mio mondo lasciato.
Ma la
grande solitudine del mare disegna la morte
sul
nostro esodo rotto dal vento, inchiodato alle ossa.
Prima
della tempesta.
Nella poesia rivivono speranze e
pensieri dei migranti con immedesimazione ed empatia profonde. Il
verso libero, di lunghezza ineguale, sembra tracciare esso stesso la
precarieta' della rotta e l'incertezza del destino.
Angelo Canino
U mearu e da
speranza
(U canèadu e da
Sicilia)
Arrìvani tutti i
jùarni a ttutti d’uri,
mùarti e friddu e
dde fèama, tremudanti
vèani n’cerca e
nu jardinu chjin’e juri,
ppe ssi scordèari
chilli quattru fetenti.
Ci su fìmmini ccu
ffigli pittirilli,
fìmmini gràvidi e
ffìmmini anzièani,
fujùti e notti allu
dustru e di stilli
supa nu barcunu
ammunzellèati, vèani.
Vìantu, acqua,
friddu, acqua, vìantu,
u barcunu va,
anninneatu e chill’unni,
affunnèati cincu,
deci, cìantu,
nu guagliùnu: mà!
Ppecchì u mmi rispunni?
Nu fidarìallu e
casci supa a riva,
aspèttani i cchiù
spurtunèati,
na càvuda cuverta
ppe cchini è biva
vàsani allu cìadu
ppecchì si su ssarbèati.
A guerra, a sporca
tinta guerra,
cunnanna puru
ss’ànimi innocenti,
nulla pietà e
nullu, tuttu sterra,
genti senza cori,
genti fetenti.
Però, vena llu
jùarnu e fèari i cunti,
e dèari cuntu e ssa
cuscìanzia sporchèata,
quanni davanti a Diu
siti rijunti,
e tutta ssa genti,
innocenti ammazzèata.
TRADUZIONE
ITALIANA
Il mare della
speranza (Il canale di Sicilia)
Arrivano tutti i
giorni, a qualsiasi ora,/
infreddoliti e affamati, tremolanti,/
vanno in cerca di un giardino fiorito,/
per dimenticare quei quattro fetenti.//
Ci sono donne con bimbi piccoli,/
donne incinte e donne anziane,/
scappate di notte alla luce delle stelle, /su
un barcone ammassate, vanno.//
Vento, acqua, freddo, acqua, vento,/
il barcone va, in balìa di quelle onde,/
affondati cinque, dieci, cento,/
un bimbo: mamma! perché non mi rispondi?//
Una fila di bare sulla riva,/
aspettano a quelli più sfortunati,/
una calda coperta per chi è vivo,/
baciano il cielo, perché si son salvati.//
La guerra, la sporca e lurida guerra,/
condanna anche le anime innocenti,/
nessuna pietà di nessuno, tutto annienta,/
gente senza cuore, gente fetente.//
Però, verrà il giorno di fare i conti,/
di dare conto di questa coscienza sporca/
quando sarete davanti a Dio, riuniti,/
per tutta questa gente innocente ammazzata.//
Dolore e rabbia di chi osserva
impotente ma solidale la tragedia dei fuggitivi dalla fame e dalla
guerra giungono con forza, pur attraverso il dialetto, alla mente e
al cuore di chi legge.
Anna Milani
Andare
La mano stringe il bagaglio, la traccia di un'identità,
le poche cose che la tengono insieme.
Il tallone si solleva dal suolo polveroso : il movimento ha inizio.
Andare,
per tutte le ragioni del mondo.
Scavare la distanza tra sé
e i luoghi i modi i volti i linguaggi
che ci hanno fatto, che ci compongono.
Accogliere dentro di sé spazi e distanze più grandi,
per imparare a guardare con occhi puliti
i luoghi i modi i volti i linguaggi di prima.
Tendere verso una parte di sé sognata, ancora da fare,
che aspetta sull'altra riva, che cammina già su altri suoli.
Accettare di non appartenere più,
vedere la trama dei legami sfilacciarsi lungo la strada,
restare lì, esposto ai venti, come una bandiera senza Paese.
Accettare di entrare in un'altra lingua
dove non si saprà più come dire, in modo esatto,
le cose dell'anima.
Accettare di perdere qualche particella di sé nel contatto con
l'altro,
lasciarsi contaminare da nuovi modi nuove forme
con cui si abita e si canta il mondo.
Imparare a vedere, in fondo all'occhio dello straniero,
la parte di noi che ci sfugge, si nasconde,
la parte selvatica o indecifrabile, che fa paura.
Perché essere umano significa partire in viaggio.
Perché ciascuno di noi è straniero.
Perché siamo fatti di odissee e di esodi.
Perché noi stessi non siamo altro che un luogo
attraverso cui qualcosa di più vasto transita.
Il viaggio del migrante viene qui
assimilato, con espressione, oltre che poetica anche filosofica, al
viaggio della vita di ciascuna persona umana.
Bruno Centomo
La salvezza
Possedere la forma del vento è la tua salvezza.
Così tra i denti corichi un arcobaleno di voci,
e a braccia spalancate accogli anime, nebbie,
sollievi, pianti di uomini, faccende di viaggiatori.
Che infinita pazienza spendono, aspettando
l’ora propizia all’addio, se mai ce ne fosse una.
Attendono poter sollevarsi, aprono le braccia,
smascherando fino in fondo la propria coscienza,
la paura tenendo a freno, le grida trasformando
in canto, chiudendo gli occhi per fingere
l'eternità, si possa riconoscere prima che
sia tardi.
Ignorando l’angoscia, mentre s’ammassano sul barcone.
In questi versi, musicali e
dall'andamento classico, si affastellano tutta la tragedia e la
precarieta' del migrare, metafora di ogni destino umano.
Gianni Martinetti
Fato
Fischia il treno, cammina sui binari
che portano verso l’ultima stella,
dove non ci governano denari
ma l’ignoto di cui non si favella.
Trascina veloce un solo vagone,
butterato dai colpi della sorte
spesso senza conoscerne ragione,
senza finestre, tantomeno porte.
Lungo la strada non ferma in stazione.
La corsa è per un solo passeggero
verso la fissata destinazione.
Non c’è bagaglio, carico leggero,
per l’uscita non si ha combinazione.
Alla fine il prezzo si paga per intero.
La metafora,
espressa nella forma del sonetto, del viaggio
della
vita e di ogni viaggio non desiderato ma subìto,
rende originale e compiuta questa poesia.
Mariagrazia Pelaia
Viaggi fetali a Milano nebbiosa
Mia madre in tram sfiora uno straniero.
Jarosław è
un grande viaggiatore,
ma non gira per studio o lavoro,
lo trasporta la sua anima fuggiasca
che lui scova in un oscuro triangolo
fra Stawisko, Ucraina, Trinacria.
Mia madre:
"Diverso,
ma simpatico",
libera un'onda che
culla l'embrione.
Cosa direbbe Jarek
se sapesse
che nel pancione di
lei (di mia madre)
naviga una delle sue
traduttrici?
Una traghettatrice
di oracoli
forse puerili,
eppure vitali.
Storie di amore,
morte e betulle.
Il viaggio ci regala
nuovi occhi
con cui guardare il
mondo, e con questi
riusciamo a leggere
i segnali
che normalmente
sfuggono.
Paesaggi misteriosi
e familiari
di un non comune
pellegrinaggio
guizzanti come
pesci.
Nell'antro della
stazione centrale
Jarek e mammame
ci distanziamo,
filando una
ragnatela ghiacciata.
La diafana signora
della notte
trasforma il
triangolo in piramide:
per gli astrologi
stasera è in Vergine
(è piena ed è
febbraio).
La luna di nascita
mia e di Jarek!
La lirica esprime, tra reale e surreale, il mistero di ogni viaggio nello spazio non solo terrestre e nel tempo, evidenziando l'agire del caso in ogni luogo e in ogni, anche effimero, incontro.
La lirica esprime, tra reale e surreale, il mistero di ogni viaggio nello spazio non solo terrestre e nel tempo, evidenziando l'agire del caso in ogni luogo e in ogni, anche effimero, incontro.