Quest'anno per la prima volta e dopo 69 anni di calendario, in seguito alla conclusione del processo dell'ottobre scorso, i borgoticinesi hanno potuto dare un nome ad uno dei responsabili della strage del 13 agosto 1944. Nello scorso ottobre, infatti, si è concluso al tribunale militare di Verona il processo che ha accertato la responsabilità di Ernst Wadenpful nell'eccidio compiutosi in paese quella lontana domenica di agosto.
Negli ultimi vent'anni le amministrazioni comunali che si sono succedute, sostenute dai cittadini e dai parenti delle vittime, hanno ricordato con pubblicazioni, incontri, raccolte di testimonianze e documenti, le vittime della strage nazifascista del '44. Fino, dopo l'apertura del famoso "armadio della vergogna", alla promozione del processo inteso ad affermare la verità dei fatti e a rendere giustizia al paese, una delle tante comunità italiane colpite da crimini contro l'umanità.
Quest'anno sul palco in piazza Martiri, insieme al sindaco e al prefetto di Novara, sono saliti a ricordare i dodici martiri, Marco De Paolis, procuratore militare della Repubblica, e Pier Vittorio Buffa, autore del libro di testimonianze (tra le quali due dei borgoticinesi Maddalena Gazzetta e Alessandro Griggio) Io ho visto (Nutrimenti editore). I loro interventi sono stati coordinati e introdotti da Andrea Riscassi, di RAI3 Lombardia. Era purtroppo assente, per motivi legati alla sua professione, Andrea Speranzoni, avvocato delle famiglie delle vittime e del Comune, che con appassionata determinazione ha sostenuto la causa in ogni aspetto, fino all'appassionata arringa pronunciata dinanzi al Tribunale Militare di Verona il giorno della sentenza. Un suo messaggio è tuttavia pervenuto ed è stato letto ai presenti.
Nel cortile del Comune è stata allestita la mostra fotografica di Gaetano Negri "Dall'eccidio alla celebrazione del processo" dalla quale è tratta l'immagine di Wadennpful, visibile qui sopra.
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