domenica 26 febbraio 2012

Valter Tarabbia in concerto: 51 anni di canto e 60 di vita


Borgo Ticino, 1961


Ha cominciato a cantare sul palco dell'allora Cinema Lux (ora sala don Franco Boniperti) a nove anni Valter Tarabbia, che oggi ha regalato ai suoi ex concittadini borgoticinesi un concerto in occasione del suo 60° compleanno - caduto il 6 febbraio, un giorno prima di quello di Vasco (Rossi) -. L'evento musicale è stato anche un'occasione per augurare buon anniversario a tutti i coscritti del 1952 presenti in sala. Sul palco si sono uniti a Valter nel canto Michele, Matteo e Sonia. Due giovani talenti della dinastia Tarabbia, Silvia e Federico hanno danzato: armoniose mosse del twirling per la ragazza e spettacolare mirabile performance di break dance per il ragazzino. Il pomeriggio ha registrato anche le applaudite presenze del DJ Francesco e di Don Giovanni Cavagna con la sua chitarra. Conduttrice, presentatrice e cantante Sissi ha retto saldamente il filo dell'intero spettacolo.

L'idea generosa ed affettuosa di Valter Tarabbia, quella di coinvolgere nella festa di un compleanno importante i compaesani del borgo della sua infanzia, è stata ricambiata dalla presenza in sala di un pubblico numeroso e partecipe, che non ha negato gli applausi.

martedì 21 febbraio 2012

Ancora sull'eccidio nazifascista del 13 agosto 1944 (4). Ancora alla ricerca di giustizia

Giornale di Arona, 17 febbraio 2012

(Attenzione! Questo articolo è "raro": sino a questo momento non è apparso nella rassegna stampa sul sito del Comune)

martedì 14 febbraio 2012

Ancora sull'eccidio nazifascista del 13 agosto 1944. Ancora alla ricerca di giustizia

da LA STAMPA del 14 febbraio 2012

(la fotografia non è stata scattata nella piazza di Borgo Ticino, come lascia intendere erroneamente l'articolo, ma ritrae un gruppo di borgoticinesi e di sestesi alla commemorazione dell'eccidio di Marzabotto del 5 ottobre 2008; l'assessorato alla cultura del Comune di Borgo organizzò per quella data un viaggio collettivo di conoscenza e solidarietà in pulmann)



da ECORISVEGLIO del 10 febbraio 2012

giovedì 9 febbraio 2012

Borgo Franco 2023

La rivisitazione dei vecchi calendari borgoticinesi, compiuta da quello comunale di quest'anno, ha disseppellito, tra le altre cose, anche un raccontino pubblicato nell'edizione del 1997, che prefigurava il futuro del paese dopo il fatidico anno duemila, precisamente nel 2023. Siamo in grado di riproporvelo qui perché è ancora attuale (purtroppo) e perchè il 2023 adesso non è più così lontano. Siamo anche in grado di indicarvi in calce la firma dell'autrice che se ne assume piena ed individuale responsabilità.



BORGO FRANCO Borgo Ticino 2023



Arrivando da Milano con l'autostrada lo avvistai subito, il borgo sulla collina, dominato da un vecchio campanile appuntito ed irto di trasmettitori televisivi, BBC in testa. Poi, se riesci a passare la frontiera – ci sono infatti cinque posti di blocco severissimi in territorio padano: a San Fabiano, ai Mulini, a Cagnago, alla Pinetina, a San Michele (e infatti il modo più pratico e meno pericoloso per entrare nel Borgo è sempre quello di farsi paracadutare, anche se è costoso, e per questo io ho scelto l'automobile) – capisci subito di essere entrato in un altro mondo e vorresti non andartene più. Quello che di là, nella Padania, langue, qui fiorisce e risplende. I bambini, ad esempio: là smunti, malnutriti, volgarotti ed abbrutiti da espressioni dialettali e gergali; qui trilingui (italiano, inglese e francese, però c'è chi parla bene anche spagnolo, greco e tedesco), rosei e paffuti. A distanza di anni constatiamo quanto fu saggia la decisione dell'amministrazione comunale che nel secolo scorso decise di votare la separazione dalla Padania appena costituita e già in crisi di identità. Certo la reazione dei duri della bassa fu violenta, ma durò poco, perché subito il mondo reagì solidale. Fortificò il borgo e lo rese libero. Tutte le principali emittenti televisive vi installarono permanentemente i loro corrispondenti e cominciò così l'esperimento ideale, ma concretissimo e ben riuscito, della vita in una realtà che i padani avevano decretato condannata all'estinzione in brevissiomo tempo: - Vi taglieremo i rifornimenti di polenta e metteremo i lacci per non farvi arrivare gli osei! Morirete di fame in pochi giorni! - avevano minacciato e mantenuto. Ma il mondo no. Il mondo, entusiasta per il coraggio di quei tremilacinquecentocinquantaquattro borgoticinesi assediati, giù leccornie di ogni tipo attraverso i quotidiani lanci con il paracadute: gli svizzeri mandavano cioccolatini, latte, burro; i francesi lo champagne (e a quel punto a chi più importava il pinot grigio?) ed il camembert; gli argentini i quarti di bue; gli africani le banane; gli inglesi l'old breakfast tea; i russi la wodka; il Brasile il caffé, e tutto l'Oriente unguenti, incensi e profumi: Anche i fratelli italiani non furono da meno: dalla Sicilia arrivavano tonno di prima scelta e sale cristallino; dalla Puglia vino dolce, uva e miele; dalla Toscana olio; dalla Campania pomodori, vongole e spaghetti, tanto che possiamo affermare con sicurezza, per averlo constatato personalmente, che a Borgo Ticino, tutti, se vogliono e lo gradiscono, possono mangiare pasta con le vongole in abbondanza non solo una, ma anche due volte al giorno. Benedico il mio giornale per avermi mandato qui e non me ne andrò più, se me lo permetteranno. Tanto più che ho conquistato l'amicizia del vecchio sindaco, quello del secolo scorso, che ha quasi cent'anni, la barba bianca e un'eccezionale memoria; e anche l'amicizia del nuovo parroco, che è appena arrivato dal Marocco (conversiamo in francese) ed è già il religioso più televisivo del mondo dopo il papa. Sfido, praticamente ogni giorno gli fanno un'intervista. Da questo brandello di civiltà e di storia millenaria che si è fortunatamente salvato (anche numerose abbazie e biblioteche, nonché qualche museo, della ex-Italia hanno depositato nei caveaux delle banche locali, scavati ad hoc, i loro preziosissimi volumi per sottrarli ai saccheggi e alle incursioni padane) ora vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo servizio.
Borgo Ticino, 31 ottobre 2023 da Pierre Léveillé, inviato speciale di Le Monde
(Eleonora Bellini)
(panorama del borgo, foto di Orlando Scalzo)

mercoledì 1 febbraio 2012

Censura in biblioteca a Sesto Calende

Le biblioteche pubbliche sono luoghi di libertà e di democrazia (o dovrebbero esserlo). Ma nel vicino Comune di Sesto Calende il sindaco cerca di sottrarre al prestito un libro che critica la Lega Nord. Così gli scrive il presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche:


Contro la censura in biblioteca. Lettera al Sindaco del Comune di Sesto Calende (VA)
Egregio Sig. Sindaco,sono venuto a conoscenza dalla stampa ("Corriere della Sera", 29 gennaio 2012, Varesenews.it) della censura da Lei operata nei confronti della biblioteca del comune di cui è il primo cittadino.Il Suo comportamento, rivendicato pubblicamente, induce alcune riflessioni che non mancherò di trasmettere alla stampa locale e nazionale, affinché resti memoria imperitura delle Sue decisioni:
la biblioteca pubblica è, come recita il Manifesto Unesco "centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione". Le sue raccolte non dovrebbero essere soggette "ad alcun tipo di censura ideologica, politica o religiosa" per il semplice motivo che da un accesso libero e senza limitazioni al pensiero e alle opinioni - anche se contrastanti con la nostra visione del mondo - dipendono la partecipazione dei cittadini alla vita civile e politica. La biblioteca pubblica documenta le idee, lasciando al lettore la responsabilità di formarsi un'opinione. Ogni pretesa di discriminare a priori costituisce una limitazione della libertà di scelta e lascia trasparire l'idea che i cittadini debbano essere sottoposti a una tutela non richiesta e probabilmente nemmeno desiderata;
la legge regionale 81/1985 ("Norme in materia di biblioteche e archivi storici di Enti Locali o di interesse locale") stabilisce all'art. 16 comma 3 che "competono ai bibliotecari ed agli assistenti di biblioteca le funzioni inerenti all' attuazione delle procedure in ordine all'acquisizione del materiale librario e documentario, al suo ordinamento ed al suo uso pubblico". Non si capisce in virtù di quali prerogative "una commissione preposta" (cito le sue parole, riportate dal sito VareseNews) possa contravvenire a una disposizione di legge e con l'occasione la invito a non reiterare ulteriormente comportamenti lesivi della dignità professionale della bibliotecaria;
la mancata restituzione del libro nei termini previsti dal regolamento della biblioteca e l'istigazione a comportamenti dilatori da parte di altre persone che ricoprono incarichi pubblici nella Sua città stride con il dovere di rispettare le norme che massimamente dovrebbe sentire chi è chiamato a dare l'esempio. Mi chiedo come potrà, d'ora in avanti, sanzionare il comportamento di quanti si sentiranno autorizzati a prendere in prestito e non restituire libri sui più vari argomenti perché non corrispondenti alle rispettive convinzioni;
non risulta che le biblioteche "vendano" i libri appartenenti alle loro raccolte, se non a seguito di una procedura amministrativa di sdemanializzazione e dopo aver appurato la non corrispondenza all'uso pubblico, la quale, evidentemente, non può essere decisa dal direttivo locale di un partito politico ma sulla base di valutazioni di natura tecnica, secondo la prassi biblioteconomica in uso.
Ciò detto, mi permetta un consiglio: non si dia pena di lottare contro i mulini a vento e cerchi di confutare nel merito le opinioni riportate dal libro, invece di affannarsi a farlo scomparire. Ciò che una biblioteca non possiede è disponibile in tutte le altre e lei stesso ha dovuto ammettere che nel sistema bibliotecario al quale il suo comune aderisce ve ne sono altre copie a disposizione di chiunque.
Immagino che, a seguito delle sue esternazioni, da domani le richieste di prestito del libro di madame Dematteo subiranno un'impennata. Per limitare il disservizio e diminuire i tempi di attesa dei lettori, con la presente mi pregio a nome dell'Associazione Italiana Biblioteche di inviare in dono alla biblioteca della Sua città due copie de "L'idiota in politica".
Distinti saluti,
Il presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche Stefano Parise
Roma, 31 gennaio 2012Prot. n. 5/2012