L'argomento di questo post è natalizio, e natalizio fuori da ogni retorica. Perché? Perché si tratta di fatti di vita (l'istruzione è fondamentale per la qualità di una vita che voglia essere veramente umana) volti alla morte (perché gli aerei F35 sono aerei da guerra).
Dal 6 settembre 2011 un fantasma si aggira a Novara e dintorni. E’ quello della lettera scritta da un gruppo di una trentina di insegnanti, che motivatamente criticano la pubblicità apparsa sul quotidiano LA STAMPA del 2 settembre 2011. (la vedete riprodotta qui sopra). Si trattava dell’invito a un corso di laurea pensato, progettato, realizzato e pubblicizzato direttamente per creare tecnici destinati alla fabbrica degli F35, «un polo logistico europeo […] grazie ai progetti sulla realizzazione del velivolo F-35 a Cameri», recita, tra l’altro, l’inserzione a tutta pagina (pubblicata, presumibilmente, a spese dello stesso Istituto Fauser, istituto tecnico statale sede del corso, e quindi a spese dei cittadini). Alla lettera degli insegnanti nessun organo di stampa locale ha dato il necessario rilievo, essa è tuttavia apparsa su siti di informazione pacifista o indipendente (PeaceLink, Carmilla) e da lì è stata ripresa anche su socialnetwork, come Facebook.
Ora il gruppo promotore della lettera, con l’opuscolo “La lettera segreta contro gli F35” riassume la vicenda della missiva fantasma dalla data della sua redazione, il 6 settembre, appunto, fino al 30 dello stesso mese, giorno in cui il vicedirettore del quotidiano torinese, Gramellini, declinò cortesemente l’invito ad intervenire ad una pubblica assemblea sul tema degli F35 e di un corso di laurea breve che nasceva a Novara ed era agli stessi finalizzato (molti altri e pressanti impegni, disse, non gli consentivano la presenza). L’opuscolo riporta sia il testo della lettera, che trascriverò in calce, sia le riprese del tema da parte dei settimanali locali, riprese sempre parziali ed elusive perché troppi sono gli interessi economici in gioco: dall’ex Ministero Gelmini a Finmeccanica, ad Agusta Westland ad Alenia Aermacchi, alle Unioni industriali Novaresi e Lombarde, alla Provincia Leghista di Novara, al governatore piemontese Cota che deve posti nell’impresa a suoi adepti, insomma, un vespaio di quei poteri che non guardan tanto per il sottile, quanto a scrupoli morali, né con sollecitudine per il bene comune, quanto al futuro
(una dettagliata sintesi della questione si può leggere qui http://www.carmillaonline.com/archives/2011/09/004018print.html ).
Le ultime pagine dell’opuscolo sono dedicate ad un commento della vicenda per immagini: collages di articoli di stampa, corredati da fumetti. Vi appaiono non solo la vicenda degli F35 di Cameri – Novara, ma anche i licenziati di Phonemedia della stessa città, le vittime civili a Tripoli - “un missile fuori bersaglio” -, la TAV, i migranti segregati di Lampedusa. Tutte le vittime di una società deviata, tutte le vittime da riscattare ed onorare, tutte le memorie da tenere vive, tutte le pacifiche denunce da ribadire. Non so se le nostre braccia e le nostre voci riusciranno a farsi udire nello strepito della violenza che dilaga dagli oltraggi recati alla natura fino a quelli contro le istituzioni civili e contro la vita quotidiana degli uomini, chissà! Capita che il mite cinguettio degli uccellini sull’albero del viale riesca talvolta a farsi un poco udire anche nel frastuono del traffico. Capita che un mite armonioso bisbiglio si faccia strada nel disordinato rumore.
IL TESTO DELLA LETTERA
Ora il gruppo promotore della lettera, con l’opuscolo “La lettera segreta contro gli F35” riassume la vicenda della missiva fantasma dalla data della sua redazione, il 6 settembre, appunto, fino al 30 dello stesso mese, giorno in cui il vicedirettore del quotidiano torinese, Gramellini, declinò cortesemente l’invito ad intervenire ad una pubblica assemblea sul tema degli F35 e di un corso di laurea breve che nasceva a Novara ed era agli stessi finalizzato (molti altri e pressanti impegni, disse, non gli consentivano la presenza). L’opuscolo riporta sia il testo della lettera, che trascriverò in calce, sia le riprese del tema da parte dei settimanali locali, riprese sempre parziali ed elusive perché troppi sono gli interessi economici in gioco: dall’ex Ministero Gelmini a Finmeccanica, ad Agusta Westland ad Alenia Aermacchi, alle Unioni industriali Novaresi e Lombarde, alla Provincia Leghista di Novara, al governatore piemontese Cota che deve posti nell’impresa a suoi adepti, insomma, un vespaio di quei poteri che non guardan tanto per il sottile, quanto a scrupoli morali, né con sollecitudine per il bene comune, quanto al futuro
(una dettagliata sintesi della questione si può leggere qui http://www.carmillaonline.com/archives/2011/09/004018print.html ).
Le ultime pagine dell’opuscolo sono dedicate ad un commento della vicenda per immagini: collages di articoli di stampa, corredati da fumetti. Vi appaiono non solo la vicenda degli F35 di Cameri – Novara, ma anche i licenziati di Phonemedia della stessa città, le vittime civili a Tripoli - “un missile fuori bersaglio” -, la TAV, i migranti segregati di Lampedusa. Tutte le vittime di una società deviata, tutte le vittime da riscattare ed onorare, tutte le memorie da tenere vive, tutte le pacifiche denunce da ribadire. Non so se le nostre braccia e le nostre voci riusciranno a farsi udire nello strepito della violenza che dilaga dagli oltraggi recati alla natura fino a quelli contro le istituzioni civili e contro la vita quotidiana degli uomini, chissà! Capita che il mite cinguettio degli uccellini sull’albero del viale riesca talvolta a farsi un poco udire anche nel frastuono del traffico. Capita che un mite armonioso bisbiglio si faccia strada nel disordinato rumore.
IL TESTO DELLA LETTERA
«“Il futuro nello spazio. Al Fauser un percorso che porta agli F-35”: questo è il titolo di un'inserzione pubblicitaria comparsa, venerdì 2 settembre 2011, su "La Stampa" (pagine del Novarese). La società pubblicitaria è Publikompass. Il committente è, verosimilmente, qualcuno che ha a che fare con l'ITI Fauser di Novara. Compaiono pure due fotografie: quella del dirigente scolastico del Fauser e quello dell'aeroplano d'addestramento che fa bella mostra di sé davanti all'ingresso del famoso istituto tecnico novarese. Chi ha commissionato la pubblicità (pagata con denaro pubblico dell'Istituto o della Fondazione che dirigerà il corso post-diploma in questione?) ci vuol far sapere che coloro che frequenteranno il corso ITS in aerospazio-meccatronica, che partirà a novembre, avranno la strada spianata per la conquista di un posto di lavoro nella fabbrica per cacciabombardieri F-35 che stanno costruendo dentro il recinto dell'aeroporto militare di Cameri. Il titolo non sembra equivoco; ne riportiamo di nuovo il secondo pezzo: “Al Fauser un percorso che porta agli F-35”. Possiamo riscriverlo ancora, ma il significato non sembra incerto. Nessuna ambiguità. Chi ha commissionato la pubblicità ci vuol far sapere che il corso viene allestito allo scopo di formare i tecnici che lavoreranno nella fabbrica per cacciabombardieri. Bene: almeno è tutto chiaro. Certo, tra la primavera e l'estate deve essere accaduto qualcosa che non conosciamo. Infatti, nell'inverno scorso, il dirigente scolastico del Fauser, facendosi intervistare da un giornale locale, aveva risposto indirettamente ad un comunicato di insegnanti contrari al fatto che in una scuola pubblica si formassero tecnici per fabbriche d'armi: aveva detto che ciò non corrispondeva al vero, che non si poteva affermare che il corso post-diploma in questione (che, tra l'altro, sarà diretto da una signora alto dirigente di Alenia) fosse destinato a questo scopo. Ora, invece, la pubblicità che citiamo ci vuol far credere il contrario. Dove starà la verità? Va' a sapere. Noi, che siamo insegnanti di Novara e dintorni, noi, che non stimiamo la guerra né utile né giusta, noi, che consideriamo tutte le fabbriche d'armi nient'altro che fabbriche di morte, noi ci permettiamo, a scanso di equivoci futuri, di invitare giovani e docenti a boicottare il corso di cui sopra. Sarebbe bello che nessun giovane novarese si iscrivesse ad un corso di questo genere, lasciando le aule tristemente vuote. Sarebbe pure sacrosanto che nessun docente accettasse di insegnare in questo corso destinato a formare fabbricanti d'armi e di morte» 6 settembre 2011, Novara.
Eleonora Bellini
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