venerdì 20 maggio 2022

Rosso di sera, di Mario Chinello

Mario Chinello non ha bisogno di presentazioni, né a Borgo Ticino, né in tutto il Novarese e oltre. Tuttavia annotare qualcosa sul suo secondo libro autobiografico è un piacere, sia per la passione con cui è stato scritto, sia perché costituisce uno spaccato interessante di vita personale e, insieme, collettiva, politica e civile.

Rosso di sera segue a Ciò che non ho voluto (un articolo qui Cose dal Borgo: Il GIORNALE DI ARONA su "Ciò che non ho voluto" di Mario Chinello mentre si prepara la presentazione a Castelletto)uscito nel 2015 per EOS edizioni. Quest'ultimo ci aveva descritto la vita di Mario da quando, bambino, giunse con la famiglia dal Veneto a Divignano e poi qui nel Borgo, fino alla sua adolescenza e prima giovinezza. Questo secondo volume esordisce con la narrazione dell'età della consapevolezza e delle prime scelte, quell'età in cui accadono, se si è volitivi e fortunati, le cose "volute e decise" personalmente. Tra queste, insieme alla famiglia, emergono nella vita di Mario il lavoro e la politica, ma anche, non ultima, la passione per la bicicletta, che ancora accompagna le sue giornate. Il lavoro in fabbrica, monotono, talvolta ingiusto, non si rivelò troppo adatto al nostro perché "le regole di una grande azienda mortificavano la fantasia creativa e inducevano a tirare a campare con poche soddisfazioni per il proprio lavoro". Sceglie dunque di lavorare in un'azienda artigiana, palestra e prodromo di quell'officina metalmeccanica che fonderà poi in proprio. 

La passione politica, già sperimentata in famiglia, si consolidò nel sedicenne Mario in occasione di un comizio tenuto a Novara nel 1958 da Girolamo Li Causi, che "riuscì a renderci partecipi di cosa avesse significato essere contadino, pastore, bracciante, pescatore, operaio delle saline e delle miniere di zolfo..." L'impegno politico si concretò negli anni a seguire, sia nella militanza nel PCI, sia in un'intensa attività amministrativa, durata lunghi anni, come assessore poi come sindaco. Naturalmente, attraverso la narrazione di questi anni si rievoca non solo la personale storia di Mario, ma quella di tutto il paese, contrasti e ripicche compresi, come quando, nel 1970, dovendo insediarsi in municipio la nuova amministrazione di cui egli faceva parte, il sindaco uscente si rifiutò di consegnare le chiavi della casa comunale e il nuovo sindaco, Vinicio Silva, dovette far intervenire il prefetto. Scorre poi il racconto di anni intensi di cambiamento nel paese, si incontrano collaboratori e oppositori, si rievocano persone che non ci sono più. 

I lettori che si inoltreranno in queste pagine troveranno una storia, o meglio tante storie diverse, di vita e di impegno. Troveranno, forse, anche un po' della propria storia. 

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